

Sidi Bou Said qui lo chiamano Villaggio di Charme. E' la Saint Tropez Tunisina, con le sue belle costruzioni bianche e le sue inferriate dipinte di blu. Cespugli d'ibisco, bounganville nascondono i cortili interni con scorci mozzafiato sull'azzurro della Costa di Cartagine. E' la terra di poeti e sognatori, fuggiti qui sotto al faro che di notte illumina le alture del Cap Bon. Fulcro della vita sociale è place Sidi Bou Said dalla quale di diramano i bianchi, stretti (accecanti, quando c'è il sole) vicoli lastricati. E' qui che si è trasferito 20 anni fa l'artista siciliano Saro Lo Turco che ha aperto una galleria e da poco anche un Caffé a due passi dalla piazza principale. L'ho incontrato ieri e mi è sembrato di leggere nei suoi occhi un po' di nostalgia per l'Italia (
"dove i problemi li mettiamo sempre in piazza"), ma anche un incondizionato amore per quella che è diventata la sua Africa ("
gli stupri li abbiamo anche qui, ma ne parliamo meno e forse è meglio perchè la gente così è più tranquilla"). Nel Villaggio c'è un affollato Caffé letterario che si chiama Caffé des Nattes (delle stuoie). Ci si toglie le scarpe, ci si sdraia sulle stuoie coloratissime e si sorseggia tè ai pinoli fumando l'arghilé, sperando che smetta di piovere.... p.s. Non sapevo che Claudia Cardinale avesse origini tunisine; quando torna a casa dorme qui in una magnifica suite dell'hotel de charme
Dar Said a picco sul chiaroscuro del mare.
E il Caffé dell'Arte, luogo ristruturato dallo stesso Saro Lo Turco? Nel pieno della tradizione tunisina, "Con piena libertà di viverlo - racconta Saro - tanto che se le coppiette volessero amoreggiare fra un caffe e un tè, qui possono farlo. Nessuno dice nulla". Per apprezzare questa cosa bisogna ricordare che lì, come negli altri paesi musulmani, è propibito manifestare pubblicamente il proprio affetto per fidanzate/i, mogli/mariti. E cosa dire della bella terrazza del suo locale con piena vista verso Tunisi e Cartagine?
RispondiEliminaOspiti inaspettati, nelle vetrine di alcuni negozi, dei "Pupi siciliani", o almeno apparentemente tali: siamo tutti figli del Mediterraneo