lunedì 18 maggio 2009
Mentana e la Bignardi
Questa mattina mi è partito il trip dei codici. Sto scrivendo cose diverse e mi viene spontaneo cambiare registro, usare una lingua diversa per ogni scopo. E mi viene in mente il libro di Mentana che sto divorando. A dire la verità, non mi piace come scrive Enrichetto ;-) ma non riesco a smettere di leggerlo. Il suo linguaggio è stato inquinato da anni e anni di giornalismo. Mentana non scrive, trasmette. Ma trasmette cose interessanti che ti fanno venire voglia di continuare. Forse è questa la differenza tra fare il giornalista e essere giornalista. Il suo libro sprizza curiosità da tutti i pori. Mi verrebbe voglia di tornare indietro nel tempo per conoscerlo quando aveva 36 anni e ha cominciato la sua avventura come direttore del Tg5. Essere il primo tiggì commerciale, lontano dalle logiche del partito. Poter mettere la politica in un cantone e fare quello che si vuole. Scegliere il proprio staff, aprire con la cronaca e fottersene dell'editore. Decidere di stare a Roma, perchè Lui è a Milano. Sfidare Vespa alle 20.00. Deve essere stata una grande esplosione di emozioni. Esperienza deludente invece la Bignardi che nella sua biografia non si capisce bene dove voglia andare a parare. La Bignardi mi piace da morire; le sue interviste sono davvero interessanti, ma la sua prosa è patetica, stucchevole, quasi imbarazzante. Codici diversi, forse. Chi sa intervistare non sa scrivere. Chi trasmette non sa scaldare un testo. Chi legge i libri di chi sta in tv non riesce a fare volare la fantasia, a dimenticare la voce di chi racconta...
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enrico mentana
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