giovedì 5 novembre 2009

Chiuso per riflessione

E' tempo di voltare pagina. Chiudo PER RIFLESSIONE, parto per il Giappone e quando torno inizierò un milione di cose nuove. Bisogna azzerare, resettare tutto per ripartire alla grande. E stupirsi, emozionarsi. Ogni mattina quando ci si sveglia, ogni sera dopo un tenero bacio della buona notte.

Per i miei tre lettori, mi trovate qui: www.giridiparole.it .

Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. (E.M.)

NUOVO BLOG: www.giridiparole.it

giovedì 22 ottobre 2009

Turning Leaves

Non sono abituato a stare fermo nello stesso posto. Forse è per questo che negli ultimi tempi mi sento a disagio. Un conto è fermarsi quando sei partito o appena sei tornato. Un conto è fermarsi e basta. Non vedo l'ora di rifare la valigia e provare quel filo di nostalgia che ti riporta serenamente a casa. La prossima tappa è Tokyo. E poi Kyoto, con un compagno di viaggio che non conosco bene (abbiamo fatto insieme un altro viaggio stampa per l'Oktoberfest) ma che mi ispira fiducia e simpatia. Parto con una nuova amica: la Canon Eos 500d. Per immortalare le turning leaves a Nara e a Kyoto. Ci accompagna una ragazza giapponese. Avremo quindi la fortuna di capire un po' di più. L'altra volta il Giappone proprio non l'ho capito. Questa volta mi sposterò dalla capitale: avrò modo di gustarne un pezzettino in più. Dopo il Giappone, le feste, Roma e poi un viaggio a Tunisi con la famiglia. Sì, viaggiare...

lunedì 5 ottobre 2009

Bisogno di punteggiatura

Muoio dalla voglia di fumare una sigaretta. Non fumo dalle vacanze estive. E' da stupidi riaccenderla; il gesto già non mi appartiene più. Il fumo ha il potere di colmare i vuoti, di riempire le attese caricandole di speranze. L'ultima sigaretta che ho fumato l'ho bruciata di notte sul balcone al ritorno di Fuerteventura con una grappa invecchiata. Se chiudo gli occhi sento ancora il sapore, la nostalgia che ho provato sapendo che era l'ultima. Chi non ha mai fumato non potrà mai capire cosa vuol dire spegnere intenzionalmente l'ultima sigaretta. E' autoinfliggersi una pena inaudita, pensare che l'aperitivo non avrà più senso, che la cena di Natale non la digerirai mai, che gli addii finiranno sempre senza il sospirato the end. Vivere senza punteggiatura è difficile, soprattutto quando hai bisogno di pause, e di momenti tutti per te.

venerdì 2 ottobre 2009

Oggi

Non so se avete mai provato lo shiatsu. Per me è un modo per rallentare i pensieri, sbloccare i nervi, spegnermi per qualche istante prima di ricominciare a correre. Mi sono preso il lusso di qualche giorno di pace per capire se lo shiatsu è l'unica via per non bruciare la vita come una sigaretta. Oggi mi farebbe bene tornare indietro di almeno una quindicina d'anni per fare due chiacchiere con quei pazzi furiosi che hanno popolato la mia vita universitaria, quelli che si emozianavano leggendo Zarathustra, che passavano la giornata felici e consapevoli di non avere fatto nulla di concreto. Pare che non sia più possibile; anche il superuomo moderno è costretto a smettere la sua danza di spirito libero per rispondere al blackberry...

martedì 29 settembre 2009

Bentornato!

E' ora di riprendere in mano questo blog e di farlo con una birra ghiacciata in mano. 20 anni fa mi sono fatto rimandare in biologia. La professoressa dei terremoti e degli insetti era talmente sgradevole che ho preferito non rivolgerle la parola fino al giorno dell'esame di riparazione. E sono rimasto la stessa persona. Uguale. Ho aperto una Beck's in ufficio (sono in pausa pranzo, quindi nessuno mi può licenziare) per gustarmi questo momento di liberazione. Non ho mai voluto la semplicità; mi è sempre piaciuto essere un attaccabrighe in cerca di soddisfazioni. A scuola, nella vita, all'università, nel lavoro, nei rapporti con chi mi vuole bene. E più le brighe erano grosse più me la sono cavata bene. Con la mia "inutile" laurea in filosofia, la precoce e sudata indipendenza, la folle ambizione da giornalista nel periodo della crisi dei giornali, i mille viaggi che non mi hanno lasciato respiro. I mezzi toni fanno parte della vita; solo gli stupidi non li sanno accettare. Ma solo i più idioti rinunciano a vedere i colori brillanti per una comoda, ma insensata, futile e mediocre esistenza. Quando mi hanno rimandato in biologia 20 anni fa sono scappato a Roma; oggi sono qui e non voglio deludere quel quindicenne che mai e poi mai nella vita si sarebbe accontentato. E che mai e poi mai avrebbe scelto un facile pop che ripete un ritornello sempre uguale. Non fumo più, peccato. Ma il resto sembra fottutamente uguale. Again and again and again...

venerdì 14 agosto 2009

Ultime due ore di lavoro


Ultime due ore di lavoro. Prima Roma, a trovare la famiglia, poi finalmente potrò togliermi le scarpe e oziare. Mi attendono la spiaggia e l'Oceano. Il sole e le onde. Un buon libro e qualche Mojito di troppo con la scusa di non dovere guidare. Buona estate a tutti!

lunedì 20 luglio 2009

Mela in agrodolce

Manhattan riesce sempre a stupirti. Anche se ci sei stato dieci, venti, trenta volte. Il cuore della Grande Mela ha un sapore agrodolce. Un bipolarismo perfetto tra vetrine di lusso, viste mozzafiato e tombini puzzolenti, barboni che dormono sulle fontane del Lincoln Center. Questo equilibrio crudele la rende unica. Non ti fa annoiare, ti fa scoprire ogni volta un pizzico di verità in più. Quando ti sei abituato ai grattacieli e alla monotonia della Quinta Strada basta prendere un taxi e in dieci minuti ti trovi in Europa, al Greenwich Village. Se ti manca l'aria ci sono gli alberi con gli scoiattoli a Central Park. Se vuoi leggere un libro lo puoi fare davanti al panorama Alleniano per eccellenza sulle panchine della Brooklyn Heights Promenade. E non è mai tutto bianco o tutto nero: ci sono un'infinità di imperfezioni che ti fanno spingere l'acceleratore fino a consumare le scarpe prima di andare a dormire. Sul fronte cibo Manhattan è un'orgia per i sensi. Alcuni indirizzi non li manco mai. Come il Pearl Oyster Bar per il panino all'aragosta (il lobster roll servito con patatine fritte sottilissime croccanti), il Dawat per l'indiano di altissima qualità, Jackson Hole per gli hamburger giganteschi pieni di qualsiasi porcheria, il Magnolia per la perfetta cupcake da 2 milioni di calorie... Ogni volta che arrivo a Manhattan mi viene la pelle d'oca...dopo due/tre giorni incomincio a avvertire un disagio per la confusione, la mancanza dello spirito europeo... finchè non riparto. Ed è già nostalgia. Già caccia dei luoghi del ricordo nei film.

lunedì 6 luglio 2009

Griglia il Piave...

Che senso ha tenere un blog se non trovi il tempo per aggiornarlo? Un giorno sì e uno no mi viene voglia di eliminarlo. Poi mi fermo, perchè è una valvola di sfogo e anche perchè sogno un giorno di avere più tempo da dedicare alle mie cose, ai miei interessi... senza scadenze, pressioni, solo per il gusto di farlo. Sono tornato da due giorni sul Piave, anzi sulla riva sinistra del Piave. Non ci ero mai stato. E, anche se non è la stagione più fresca per visitare i paesini veneti lungo le rive del fiume mormorante, devo dire che mi è piaciuto. Mi sembra che qui la gente si goda ancora la vita, tra spiedoni e grigliate all'aperto, prosecchini senza sosta, tradizioni rivisitate in modo egregio. Ho visto anche il mio primo Noceto: oltre 200 ettari consacrati alla Noce Lara del Piave. Prossimo viaggio.... la Grande Mela!

venerdì 26 giugno 2009

Moonthinking

Fare i conti con il Moonwalker non è semplice. Mi mancheranno la sua voce da fanciullo e i suoi occhi tristi. La sua capacità di essere una volta mostro, una volta eroe, una volta timido imputato messo alla gogna. Le sue canzoni sono state l'aperitivo della mia adolescenza; mi hanno cullato nel pop prima che arrivasse il dark e il grunge e che la vita facesse più rumore. Il suo ballare all'indietro ci ha fatto credere che tutto fosse possibile. Che il nero potesse trasformarsi in bianco, che addirittura qualcuno potesse creare un ranch in California per fare giocare i bambini...

mercoledì 24 giugno 2009

Goodbye

Goodbye all you people there's nothing you can tell to make me change my mind, goodbye. Ci sono giorni in cui senti che devi voltare pagina. E' come se avessi messo un segnalibro e ti fossi fossilizzato sulla stessa pagina che hai letto migliaia e migliaia di volte senza nemmeno accorgertene. Se ripeti fino allo sfinimento la stessa parola, incomincia a perdere significato. Se non alleni il tuo cervello a saltare da un punto all'altro si abitua a stare fermo e alla fine, magari, pensi che sia giusto così. Troppi salti fanno male alle gambe, ma fanno bene al cuore.

martedì 23 giugno 2009

Ritorno dal fiordo

Sono stato quattro giorni a Oslo e mi è venuta voglia di rimanerci. Il tramonto a Aker Brygge con il sole che resta alto fino alle 11, i bambini biondi che giocano liberi nelle strade pedonali, i gamberetti freschi negli open sandwich che sanno di mare. Sul versante Food poche sorprese, oltre ai già collaudati Lofoten (aragosta buona da piangere!!!!) e Frognerseteren dove si mangia la renna a picco sul fiordo. Oslo è una città che non mi annoia mai. E' la gente che mi mette allegria. Ingenua, disponibile, allegra e spensierata. Sembra che il bianco e il freddo dell'inverno rendano queste persone speciali, pronte a sbocciare non appena una nuvola lascia spazio a un raggio di sole....

sabato 13 giugno 2009

Hotel da solo

Quando sei in hotel da solo il tempo segue un ritmo irreale. I minuti si dilatano fino a diventare insopportabili. E allora cancelli i file sul desktop e svuoti il cestino, pulisci le scarpe, butti via gli scontrini delle carte di credito che hai nel portafogli. La solitudine forzata ti spinge a non avere voglia di leggere un libro, a non avere voglia di guardare Matrix, a non avere voglia se non di parlare. E a capire un po' di più quegli amici che non hanno la fortuna di un posto rumoroso nel quale tornare. Il sole cancellerà la nostalgia tra dieci lunghissimi minuti...

venerdì 5 giugno 2009

Andrea, Marcella e la mascotte

Cena di piacere al Cà Matilde di Quattro Castella (RE). Un vero piacere! Andrea a Marcella sono due persone vere che non si prendono troppo sul serio. Il ristorante è elegante, ma non eccessivo. Un casale di campagna dove la parola d'ordine sembra essere "accoglienza". Ha una stella Michelin, ma non si deve entrare in punta di piedi e sussurrare a bassa voce. Ci si può anche servire il vino da soli, che non è mai male ;-) Ottimo lo stinco di maiale (ne ho già scritto su ViaMichelin qualche mese fa) , ma anche il pesce è da non perdere, soprattutto il bacalao servito in insalata con cipolla di tropea, patate, fagiolini, olive e spuma di pomodoro . Per finire la zuppa inglese, dolce, bambinosa e budinosa e l'hot dog ripieno di gelato alla nocciola, da mangiare con le mani. In menu c'è anche il black cod. Andrea è convinto che sia merluzzo, ditegli che non è vero! A me non ha creduto ;-) Qui qualche info sul prelibato black cod, per gli amici Carbonaro d'Alaska. [nella foto la mascotte di Cà Matilde]

Melting pot

Il mio lavoro è bello, anzi è proprio bello. Perchè ogni giorno ho la possibilità di confrontarmi con persone che hanno un approccio diverso alla vita. E che mi lasciano pezzi di esistenza, sapori, pensieri, atteggiamenti, contraddizioni con le quali confrontarmi. Luoghi comuni si consolidano e si frantumano per andare a formare un'esperienza che non cambierei con niente altro al mondo. Dal Giappone, alla Francia, passando per gli Stati Uniti e l'Italia i colori si mischiano e la tavolozza non è mai la stessa. Una grande lezione di scetticismo che porta a mettere in discussione tutto. Oggi è venerdì, ho lavorato tantissimo questa settimana. E mi merito due giorni di infradito, lontano dai ristoranti, dalla confusione, dai social e dagli human-network.... ;-) Felice, ma bisognoso di un po' di relax.

giovedì 28 maggio 2009

Swiss Chard nightmare

L'incubo "swiss chard" sta per iniziare. Ogni volta il copione è lo stesso, ma si recita a soggetto, si improvvisa, cambiano gli attori della commedia. Questa volta sono dieci e sono francesi; è il viaggio più difficile che spesso si trasforma in Italia contro Francia, vino dei colli contro champagne, spaghetti e mandolino contro la grandeur culinaria d'oltralpe. I pilastri sono sempre quelli. L'aria che arriva dal mare apposta per stagionare i prosciutti. I tortelli che sono fatti al momento, non con gli spinaci, ma con le erbette ( swiss chard) perchè il Ducato è più elegante delle altre rozze città emiliane, ha un naso più fine. Le arie di Verdi cantate a memoria dalla massaie incollate a Tv parma quando c'è l'opera al Regio. La storia di Maria Luigia romanzata in una figura lasciva (un po' di hard fa sempre colpo), ma amatissima perchè ha aperto i suoi giardini alla città. Per fortuna le persone interessanti non mancano mai e ti lasciano un frammento di umanità. Spesso ti viene voglia di incontrarle in un altro luogo, contesto, pianeta. Su dieci, normalmente uno, quello che poi ti dice che odia i viaggi stampa e che normalmente non li fa. E' il press trip, l'incubo di ogni ufficio stampa. Una maratona che dura 2/3 giorni e che ti lascia stremato e che ti toglie anche un po' della tua identità culturale, piano-piano, subdolamente. In questo arco di tempo (che si dilata come quando aspetti l'aero che è in ritardo) mangi, vivi, pensi, parli, assisti, accompagni queste persone senza mai mollarle nemmeno per un secondo. Indichi, reciti, saluti, ringrazi, esalti, giustifichi, sorridi, compri pile per le macchine fotografiche, ti metti in posa per le fotografie, traduci, ti sforzi di essere più italiano che puoi.... Prossimo spettacolo: ore 13,30 piazza Garibaldi. Va in scena Voyage a Parme, la terra del Prosciutto di Parma.

mercoledì 27 maggio 2009

Mentana libero?

Ci sono giorni in cui sbatteresti la porta e manderesti a cagare il mondo. Attimi fuggevoli nei quali ti rendi conto che molte cose sono assurde; è come una rivelazione che piano piano si dissolve per lasciare spazio alla routine, tra pranzi, cene, ufficio, bollette e compagnia bella. Stavo pensando a questo quando ho letto il quesito che ieri Mentana ha posto ai suoi amici in facebook.

Enrico Mentana, fb 22 ore fa

Cari amici, il Tribunale di Roma ha deciso il mio reintegro a Mediaset, come realizzatore e conduttore di Matrix, giudicando illegittimo il mio allontanamento dopo il dissenso espresso per il caso Eluana-Grande Fratello. La sentenza è immediatamente esecutiva. Teoricamente già domattina potrei presentarmi in ufficio e domani sera in studio a Matrix. Ma secondo voi cosa è giusto fare?

Se il mio nome fosse Enrico Mentana, non ci penserei neanche un secondo. Enrico, leggendo il tuo libro, viene voglia di fare e disfare come hai fatto tu in anni e anni di carriera. Hai creato un nuovo modo di fare informazione, hai sconvolto ogni scaletta precostituita, sei riuscito a rimanere neutrale in un ambiente fortemente politicizzato e a fare diventare il tuo tg il primo in Italia. A differenza degli umili comuni mortali chi si chiama Enrico Mentana o Indro Montanelli (che a suo tempo se ne è andato a testa alta da Il Giornale) può permettersi di mandare a cagare il padrone di turno e godersi appieno la libertà. Sicuramente le proposte e le sfide non mancheranno. Ma non ribussare alla porta di Mediaset! Ti tornerebbe sempre in mente che la tua rete preferisce le lacrime del Grande Fratello a quelle per la morte della Englaro. E' questa la televisione dove vuoi lavorare? Quando a 36 anni ti hanno dato in mano le redini della tv commerciale.... pensavi che le cose andassero a finire così? Anzichè tornare a Matrix, io cercherei di spillare alla banda di Confalonieri una quantità di soldi esagerata per poi fare quello che ti va di fare, a testa alta. E se dovessi avere qualche tentennamento rileggi la lettera che hai scritto a Confalonieri la notte tra il 21 e il 22 aprile dell'anno scorso, dopo una cena con i vertici di Mediaset e tutti i suoi direttori giornalistici, a una settimana dal trionfo elettorale di Berlusconi

«La nostra cena si è conclusa da poche ore. Le dico francamente che è stato un errore invitarmi. Mi sono sentito davvero fuori posto. C'era tutta la prima linea dell'informazione, ma non ho sentito parlare di giornalismo neanche per un minuto. Sembrava una cena di Thanksgiving... Un giorno del ringraziamento elettorale. Tutti attorno a me avevano votato allo stesso modo, e ognuno sapeva che anche gli altri lo avevano fatto. Era scontato, così come il fatto di complimentarsi a vicenda per il contributo dato a questo buon fine... Non mi sento più di casa in un gruppo che sembra un comitato elettorale, dove tutti ormai la pensano allo stesso modo, e del resto sono stati messi al loro posto proprio per questo... Mi aiuti a uscire, presidente! Lo farò in punta di piedi»

domenica 24 maggio 2009

Fattorie e oceani aperti

Week-end dedicato interamente a mia figlia. Tra festa all'asilo, fattorie con cavalli, anatre e conigli e giretto dai nonni. Persino un pic-nic con insalata di riso (rigorosamene comprata) e ananas tagliato (alla faccia del ministro Zaia!). E la convivenza con gli altri genitori con il pathos per il pannolino da levare, la varicella da schivare, e la nonna apprensiva da tenere a freno. Sono sempre stato bene coi bambini; mi diverto, ci gioco, li prendo in giro. E non è vero che i bambini non capiscono l'ironia. Basta solo insegargliela da piccoli. Quello che non ho mai sopportato sono i genitori - soprattutto le mamme - coi loro maglioncini, i commenti fuori luogo che gelano i figli, il loro bisogno di proiettare gioie e frustrazioni sulla prole. Non ho ancora capito se Emma si diverte di più sullo scivolo e a guardare pappagalli o con la mamma e papà a fare le cose da grandi. Ieri sera, al ristorante argentino, Emma ha ballato con le ballerine cubane e mi è sembrato che se la spassasse... chi lo sa! Molti mi criticano perchè "carico" la figlia di un anno e mezzo sull'aereo e le faccio fare la vita slegata dalle abitudini che danno sicurezza in tenera età. Emma ha già passato l'Oceano diverse volte e credo che per lei viaggiare sia diventato normale. Perchè lo è per la mamma e per il papà. Cerchiamo di prestarle tutte le attenzioni possibili e di non farla affaticare troppo. Fatto sta che quando vede un aereo ride e batte le mani. Forse è capitata nella famiglia giusta. Oppure a noi è capitata la bambina giusta. Due settimane fa mi ha chiesto di andare al mare e io ce l'ho portata. Poi me lo ha richiesto, ma ha specificato che non voleva andare in quel mare, ma in Sicilia, a trovare la sua amica Anita.... a un anno e mezzo non è male.

giovedì 21 maggio 2009

Bassa, grassa e buona

E' la prima volta che scrivo cinque pagine sulla mia terra. Raccontare la provincia di Parma non è stato semplice perchè ci sono mostri sacri, eccellenze che incutono timore. Di solito parto, vado in giro e scrivo quello che più mi ha colpito, assaggiando, sperimentando, seguendo i consigli degli chef, dei salumieri, delle persone che incontro lungo il mio cammino. Questa volta è stato diverso. Ma ho provato a trasmettere al lettore lo stesso sentimento di scoperta che mi piace provare quando viaggio per lavoro e per passione. Io non sono un espertone e non voglio salire in cattedra. Lascio questo ruolo noioso a chi è più bravo di me. Muovermi tra Parmigiano-Reggiano, Spalla Cotta e Culatello senza essere pedante è stata una bella sfida. Oggi ho letto l'articolo e mi sembra che sia scritto da una persona che si è divertita ad assaggiare e a scoprire i luoghi magici tra la via Emilia e il Po. Questo era il mio obiettivo. Non essere noioso, ma raccontare la storia vera di un lembo di terra dove crescono delizie in quantità, la mia. (Panorama Travel giugno - pagina 33-37)

lunedì 18 maggio 2009

Mentana e la Bignardi

Questa mattina mi è partito il trip dei codici. Sto scrivendo cose diverse e mi viene spontaneo cambiare registro, usare una lingua diversa per ogni scopo. E mi viene in mente il libro di Mentana che sto divorando. A dire la verità, non mi piace come scrive Enrichetto ;-) ma non riesco a smettere di leggerlo. Il suo linguaggio è stato inquinato da anni e anni di giornalismo. Mentana non scrive, trasmette. Ma trasmette cose interessanti che ti fanno venire voglia di continuare. Forse è questa la differenza tra fare il giornalista e essere giornalista. Il suo libro sprizza curiosità da tutti i pori. Mi verrebbe voglia di tornare indietro nel tempo per conoscerlo quando aveva 36 anni e ha cominciato la sua avventura come direttore del Tg5. Essere il primo tiggì commerciale, lontano dalle logiche del partito. Poter mettere la politica in un cantone e fare quello che si vuole. Scegliere il proprio staff, aprire con la cronaca e fottersene dell'editore. Decidere di stare a Roma, perchè Lui è a Milano. Sfidare Vespa alle 20.00. Deve essere stata una grande esplosione di emozioni. Esperienza deludente invece la Bignardi che nella sua biografia non si capisce bene dove voglia andare a parare. La Bignardi mi piace da morire; le sue interviste sono davvero interessanti, ma la sua prosa è patetica, stucchevole, quasi imbarazzante. Codici diversi, forse. Chi sa intervistare non sa scrivere. Chi trasmette non sa scaldare un testo. Chi legge i libri di chi sta in tv non riesce a fare volare la fantasia, a dimenticare la voce di chi racconta...

giovedì 14 maggio 2009

Orzo grossi!

Sul quotidiano Gazzetta di Parma di oggi c'è un articolo di Andrea Grignaffini che parla dell'orzo Grossi, una qualità antica di orzo che cresce in provincia di Parma e che è buonissima! Anch'io ne ho parlato in un pezzo che uscirà tra qualche giorno sul mensile Panorama Travel a proposito della pasticceria Lady di San Secondo, un punto di riferimento per i dolci a Parma. Carlo Bonini, famoso per i suoi panettoni e per le sue colombe, ha iniziato a utilizzare questa varietà preziosa di orzo per i suoi dolci e ha inventato il lievitato "Orzo grossi". Morbido, ricco e sensuale: un peccato da provare. La pasticceria Lady vende anche le confezioni di orzo Grossi macinato per la moka. Quando mi si è alzata la pressione e mi hanno vietato la caffeina, Grossi è stato una rivelazione. E' buonissimo e fa la schiumetta come il caffé vero. Grossi si trova a Santa Maria del Piano (PR): per contattarlo c'è solo un cellulare: 338 9224734.

mercoledì 13 maggio 2009

Details

Io non sono un critico, nè un giornalista VERO che è cresciuto a pane e redazione. Però quando vado in giro tengo gli occhi aperti e racconto quello che vedo. Posso scrivere stronzate pazzesche, ma almeno si vede che in un posto ci sono stato, che un piatto l'ho mangiato, che uno chef l'ho osservato. Oggi sono stato in ufficio tutto il giorno e, tra una cosa e l'altra, ho letto diversi articoli su ristoranti dove ho pranzato e alcune storie di luoghi che ho visitato per Panorama Travel o per ViaMichelin. La sensazione è quella che molte storie siano impersonali e noiose perchè manca l'occhio di chi osserva. Anzi, manca tutto il corpo. Sembra che alcuni colleghi non abbiano mai messo piede nel luogo che stanno raccontando. Un soffitto ha un colore, uno chef ha una personalità, delle scarpe, un orologio. La sala da pranzo non è solo "accogliente". Magari ha anche dei quadri, oppure un camino o le tende fatte dalla moglie dello chef che lo aiuta in sala. I giornali sono in crisi e il cibo "tira". E anche se c'è la crisi - grazie a Dio - la gente continua a mangiare. Ma come si fa a raccontare il cibo senza gustarlo? Colpa dei direttori che non mandano più i giornalisti in giro? O della pigrizia dei redattori? Boh, però oggi niente mi ha entusiasmato. A parte Licia Granello di domenica (Sogno o son pesto?), tutto il resto... è stata noia!

Social nightmare

Mi sa che sto invecchiando perchè faccio fatica a ricordare tutte le mie password. Tre tentativi su cartasì e mi bloccano l'accesso on-line. Da quando mi hanno clonato il bancomat ho il pin registrato sul cellulare sotto falso nome. Un nome ridicolo con uno 0521 davanti, si vede benissimo che è troppo corto. La banca mi sgrida perchè sono tre mesi che non cambio le password. Che sono due, una per consultare l'estratto conto, l'altra "dispositiva" per fare i bonifici on-line. La connect card del mio portatile mi chiede un pin che è diverso dal cellulare dell'ufficio che è diverso dal mio cellulare privato. Dall'ufficio posso leggere la posta privata, ma non posso inviarla se non tramite un altro account. Allora devo aprire interfree, fare il log in e scrivere dal web. Le pwd di tutti i sistemi che utilizzo - per inviare i comunicati stampa, per consultare le banche dati, per pubblicare sul sito - devono essere composte da lettere e numeri. Così, se prima potevo usare il nome di mia moglie o di mia sorella o scrivere thecure in omaggio ai bei tempi andati, ora devo scrivere fr45kl87h e me lo devo pure ricordare. Quello che mi chiedo è: ma davvero non esiste un modo per avere un pin unico che va bene per tutto? Sono disposto a farmi clonare l'iride pur di non dovere ricordare un miliardo di lettere e di numeri e di risposte tipo "quale è la mamma della zia di tua sorella" per recuperare le password. La tecnologia dovrebbe aiutarci a vivere meglio, cazzo. Vorrei una password spray da spruzzare sul mio computer.

martedì 12 maggio 2009

L'aperitivo rinforzato per caso

Ieri sera sono passati a casa i miei suoceri. Mia moglie ed io ci vergognamo sempre quando arriva gente all'improvviso perchè il nostro frigo fa l'eco. Compriamo ogni giorno quello che ci serve; in casa abbiamo solo cose strana di dubbia provenienza e utilizzo. Regali che arrivano dai miei viaggi, gadget esotici che non sai neanche bene come usare. Miele al cioccolato, sciroppo di acero canadese, saba, orzo antico. Ieri sera ci è andata di lusso. Ho sfoderato un mix di prodotti trentini da dieci e lode. La pancetta affumicata, la lucanica trentina, le salsicce di cervo della Val di Fiemme, il puzzone di Moena che ho comprato al Caseificio di Predazzo, il Muller e le grappe che mi hanno regalato. Strepitosa quella al moscato rosa di Pilzer: mia suocera è andata via storta. Tutto questo per dire che l'aperitivo rinforzato ti fa bere tutta notte, ma dà grande soddisfazione e si sporcano meno piatti che per una cena vera. Sono profondo, oggi. Perdonatemi, tra un account e l'altro sto perdendo la mia identità... crisi da social network. Se proprio volete offrirmi qualcosa, non offritemi il caffé, mandatemi un po' di puzzone che i miei suoceri me lo hanno finito!

lunedì 11 maggio 2009

Calore del Nord

Aria nuova oggi. Pulita, come quella che ho respirato in Val di Cembra e Val di Fiemme nel week-end. Un bel giro durante il quale ho conosciuto una marea di persone interessanti. E poi dicono che il calore è al Sud. Io dico che anche a 1000 metri non manca, basta saperlo cogliere, essere ben disposti verso la montagna. Mi è piaciuta la Val di Cembra. L'aspra valle dei contrabbandieri di grappa, poco aperta al turismo, molto orgogliosa della propria ex-povertà. E la Valle di Fiemme che per me è la Montagna vera, quella dove andavo in settimana bianca nel periodo d'oro dell'Università. Tra le mille cose da ricordare, lo spirito vulcanico di Pojer che ha base a Faedo, ma che produce alcuni vini e aceti anche in Val di Cembra. Mi sono divertito a spruzzarmi in gola i suoi aceti spray alla pera, alla ciliegia, alla mela cotogna. Lui è simpatico, creativo, un pazzo che ancora si diverte a lavorare. E l'odore di ammoniaca del Puzzone di Moena che ha lasciato un'impronta indelebile sulla mia macchina. Più che l'arbre magique serve la disinfestazione....

giovedì 30 aprile 2009

Eroi forzati della tv

Eravamo due rocce (quasi) prima che Emma andasse all'asilo nido. Ora siamo due cessi che fanno l'aerosol e che passano il primo maggio sul divano dove copertina fa rima con tachipirina. E qui parenti, amici e conoscenti sorrideranno pensando che è da quando sono nato che faccio l'aerosol. Parentesi chiusa. Peccato perchè c'è un bel sole fuori e ne abbiamo proprio bisogno tutti. Ieri mi sono fatto le pere di televisione. Sono riuscito persino a guardare la D'Urso che intervistava quelli del Grande Fratello (e io non ho mai guardato il grande fratello). E' stata un'esperienza oserei dire antropologica. Credo che anche Einstein, se sottoposto a terapia televisiva per più di quattro ore al giorno, avrebbe sbagliato le sue formule. Ma la gente è davvero così stupida? Davvero vuole sapere se Ciro nel bagno della "Casa" si è fatto la spilungona straniera o se lei urlava di finto piacere? E il Cavaliere che arriva alla Coldiretti e dice: "scusate non sono riuscito a portarvi le veline"??? Tra scosse di terremoto, ponti che crollano, crisi che avanzano i "forzati della televisione" sono degli eroi. Fossi un vecchietto chiederei un risarcimento per danni morali. Meno male che alla nonna della Fra per il suo 85esimo compleanno abbiamo regalato Sky. Non che sia la soluzione, ma almeno è un passo avanti...

mercoledì 29 aprile 2009

Parliamo d'altro?

Invidio i comunisti convinti (esistono ancora?) che hanno sempre il sangue caldo e si battono per i principi. Spesso mi va di essere frivolo e mi annoiano da morire "i temi dove si litiga, ci si accapiglia, scorre il sangue" (cito il post di Bonilli sul Papero di oggi che mi ha fatto riflettere). E' importante che gli opinion leader siano presenti e che facciano sentire la propria voce. La gente li cerca, li segue, conta sul loro appoggio per sapere quello che deve pensare (!!!). Solo che a volte questo teatrino mediatico fa venire la nausea. E ti viene voglia di regalare a questi benpensanti un bel soggiorno al mare. Magari dopo una bella notte di sesso, qualche margarita e una chiacchierata tra amici sarebbero un po' meno soporiferi e vedrebbero con altri occhi il bello che si nasconde dietro ogni tragedia. Tra il bianco e il nero ci sono miliardi di sfumature che portano le persone a non avere sempre un centro di gravità permanente. Si oscilla, si cambia idea, si ironizza. La settimana scorsa mi è piaciuto il servizio delle Iene sui ragazzi che vivono nelle tendopoli dopo il terremoto. Si divertono, giocano insieme, hanno scoperto che la playstation è una fregatura perchè ti fa stare in casa anzichè andare fuori a giocare. E anche le persone anziane si fanno la briscoletta prima di andare a dormire. Non hanno la casa, ma sembrano sereni. E noi ci dobbiamo accapigliare per la cucina molecolare?!? Ci dobbiamo accanire sulle veline?!? Ci dobbiamo appassionare alle dichiarazione della moglie del Cavaliere sulle sue notti in discoteca?!? Mah. Io preferisco pensare al sole, speriamo che ci sia domani. Ne abbiamo bisogno tutti, sia per l'emergenza al nord, che per il nostro umore. Auguro a tutti un week-end frivolo ricco di brindisi, sole, sesso ed altre amenità...

lunedì 27 aprile 2009

Doppia vita

E' bello fare sia l'ufficio stampa che il giornalista. Così hai due bersagli e puoi prendertela con due categorie distinte. Quando fai il giornalista ti incazzi con gli uffici stampa che non ti danno mai le informazioni in tempo utile e sono approssimativi. Quando fai l'ufficio stampa ti incazzi coi giornalisti che sono arroganti e che non ascoltano mai quello che dici pensando che li vuoi "fregare" o vendere un abbonamento a Sky. Oggi ho passato tutta la giornata facendo un po' una cosa, un po' l'altra con amici che mi conoscono per il mio lato A che mi facevano fare il lato B e viceversa. Il tutto per l'influenza suina. Che c'è anche un po' da vergognarsi a pensare che la gente muore e che tu sei il paladino del prosciutto. Ma poi alla fine pensi che dietro c'è un comparto che può crollare per colpa della cattiva informazione e che è tuo dovere (ti pagano pure) chiarire come stanno le cose. Questa volta secondo me - sto parlando da ufficio stampa - i media hanno comunicato bene la notizia. Dopo le prime sparate della serie "magari consumate la carne di maiale cuocendola ben benino e portandola oltre settanta gradi", tutti si sono convinti che si trattasse di un virus che niente ha a che fare con ciò che si mangia. E credo che il messaggio sia arrivato chiaro a tutti. Non cambiate le vostre abitudini alimentari, il virus si trasmette con gli starnuti, non con i prosciutti e i salami. Anche il nome è stato storpiato poco. Da influenza suina a febbre suina, senza stravolgere il senso. Speriamo che anche i consumatori lo recepiscano... e che non siano diffidenti nei confronti di tutto ciò che grugnisce.

venerdì 24 aprile 2009

Giuda's guide

Proporrei una nuova Guida per quelli che stanno sparando a zero indistintamente su tutti i cuochi creativi del mondo senza averne un'idea: la chiamerei Giuda's guide e li obbligherei alla tovaglia a quadrettoni e al vinello sfuso.... E' sempre triste vedere colleghi che si sputtanano a vicenda; sembra di tornare a scuola quando il secchione ti sgridava perchè saltavi il compito in classe e andavi al mare. Di solito chi sputa sentenze il mare lo ha visto poco, è un frustrato che ha tutto il tempo per farsi gli affari degli altri. Sentirsi una tacca sotto spinge alcuni a fare i primi della classe, a montare in sella e a dare lumi e definizioni per colmare la distanza tra creatività e mera esecuzione... Beati gli ultimi, se i primi sono questi.

Un presidio per la suocera

Non posso fare a meno di esprimermi sul dibattito "cucina molecolare" anche se se ne è già parlato troppo. Io non sono un amante della chimica in cucina, preferisco la tradizione. Ma ho riflettuto parecchio su quanto mi ha detto Massimo Bottura qualche mese fa durante un'intervista. Non esiste la cucina tradizionale e quella molecolare; esiste la cucina buona e quella cattiva. Se poi quella buona è piena di additivi, azoto e diavolerie varie e ti fa stare male è un altro discorso..... e ognuno è libero di scegliere.... comunque in linea di principio ha ragione Bottura. Ora si usa la mail al posto del fax, ma quello che conta è il messaggio che arriva. Idem per i piatti. Bottura 1, tradizionalisti 0, punto e a capo. Quindi basta con la demagogia: non esistono chimici cattivi da una parte e cuochi veraci buoni dall'altra che ti vendono prodotti genuini: bisogna guardare nel piatto, sempre e comunque. Quello che invece mi ha colpito è la figura da pirla che ha fatto Ferran Adrià nell'intervista di Striscia la notizia. Lui, lo chef più famoso e più amato del mondo, non ha saputo rispondere a nemmeno una delle (mal poste) domande del giornalista. Come mai? L'azoto gli ha dato alla testa? Il mondo dell'Alta Cucina aveva bisogno di una sua risposta. Altrimenti sembra che tutti quelli che si occupano di enogastronomia siano degli idioti venduti alle guide, disposti a idolatrare chi ti manda al cesso facendoti spendere duecento euro per mangiare. E' proprio così? I nostri eroi devono diventare gli chef come Rocco Iannone che osannano la pummarola come mamma l'ha fatta? E poi... ogni volta che il conto supera i cento euro significa che il cuoco aggiunge le polverine e ti prende per il culo? Propongo allora di starsene a casa a mangiare. Più km zero di così si muore... è veramente cool. Con l'acqua del rubinetto e la suocera che ti prepara il dessert.

giovedì 23 aprile 2009

Facce su Travel

Il rientro dalla Sicilia è stato traumatico; sto trascurando il blog perchè non ho nemmeno cinque minuti da dedicarmi. La realtà è che nella vita uno dovrebbe concedersi il lusso di staccare quando è esausto, mollare tutto e dedicarsi solo al suo blog ;-) Ho comprato il nuovo numero di Panorama Travel oggi e ho visto la faccia di molte persone che ricordo con piacere. Ulisse, lo svizzero, che fa il pecorino a Pienza, Lorena dell'Osteria del Conte a Montepulciano che prepara pici alle briciole da leccarsi i baffi, Andrea Incerti Vezzani del ristorante Cà Matilde di Quattro Castella, che nonostante abbia ricevuto la stella Michelin, non ha perso affatto la sua semplicità. I mensili hanno il vantaggio di essere preparati con almeno due mesi di anticipo. Così, quando l'articolo esce e vedi le fotografie, c'è già quel minimo di distanza che trasforma il viaggio in ricordo.

sabato 18 aprile 2009

Senza Sale a Noto

Ho dovuto affrontare 20 chilometri di curve a stomaco pienissimo, ma ne è valsa la pena. In contrada Sparano (Noto), tra ulivi e pecore, ho scovato un formaggio a pasta filata buono da svenire. Purtroppo sono arrivato nel pomeriggio e non ho potuto vedere Carmela all'opera. Filare il formaggio di pecora è un'arte difficile e faticosa, ma il risultato è un formaggio compatto, elegante che quando incominci a mangiarlo non riescci a smettere. Ed è caduto a fagiuolo. Dopo vizi e stravizi, pizze alle cozze, cassatine, passiti di Nero d'Avola, caponatine varie, ieri, a Modica, ho avuto la brutta idea di provarmi la pressione. Il verdetto è stato: "100 di minima, stia attento e mangi senza sale". Un dramma risolto brillantemente. Ho comprato due filoni di pane casareccio, i piatti di plastica dai cinesi che hanno invaso Noto e ho approfittato dei doni che mi hanno fatto nei giorni scorsi per preparare un brunch siciliano in hotel. Con i ciliegini di Portopalo, l'olio di Felice Modica e il formaggio di Carmela.... non ho sentito la mancanza del sale.

giovedì 16 aprile 2009

Giovanni a Portopalo

Ho incontrato Giovanni davanti al ristorante Scala a Portopalo di Capo Passero. Un luogo magico della Sicilia dove il Mar Ionio incontra il Mediterraneo colorandosi di verde, di azzurro e di blu. Giovanni ha 7 anni e mi ha detto che da grande vuole fare lo scienziato e inventare una macchina grande grande sulla quale caricare italiani, inglesi, francesi e americani. Questa macchina viaggerà nel tempo e nello spazio, ma bisognerà aspettare almeno dieci anni perchè, per inventarla, Giovanni dovrà prima diventare grande. Poi sarà possibile fare il giro del mondo stando comodi e senza aspettare. Ho promesso a Giovanni che lo tornerò a trovare, e che le persone come me faranno a gara per salire sulla sua macchina. I bambini hanno un potere immenso. Quello di farci vedere le cose.

martedì 14 aprile 2009

Salire e scendere la via

In Sicilia non si va dritto, non si gira a destra o a sinistra, si "sale" o si "scende" la via. E uno cresciuto nella pianura padana ci resta dentro. Oggi ad Avola trovare il bar Caprice è stata un'impresa. Meno male che il cuore dei siciliani è grande e due ragazze in motorino, mosse da compassione, alla fine ci hanno scortato fino al bar. Forse alla fine è questo che rende la Sicilia la Sicilia: le ragazze sorridenti che ti dicono di salire e scendere la strada, e che se poi ti perdi, ti accompagnano al bar.

Soap Opera a Noto

Quando è arrivato il Sindaco sembrava di essere in una soap opera. Giovane, occhio vispo da Casanova con un ufficio che si affaccia sul Barocco della Cattedrale e la Sala degli Specchi del Palazzo Dulcezio come pied à terre. Noto è veramente un concentrato di bellezza con i suoi palazzi nobili, i suoi balconi arzighegolati, il suo salotto punteggiato da granite e ceramiche. Si respira un'aria di rinnovamento; sembra che Chiese, palazzi, mercati si aprano al turista per la prima volta in tutto il loro splendore. Difficile non innamorarsi delle sue Chiese, impossibile non cadere in estasi dinnanzi ai dolci netini. Il primo cucchiaio della granita alla mandorla del Caffè Sicilia è per sempre...

lunedì 13 aprile 2009

Il profumo del Siracusano

Incredibile, ma l'ho riconosciuto. Quando la provincia di Catania cede il passo a quella di Siracusa, tra i fichi d'india e il mare, c'è un bar/forno che vende "pane condito". Ci sono stato una volta l'anno scorso mentre andavo da Catania a Rosolini. E per me il siracusano ha questo profumo. Quello della pagnotta cotta nel forno a legna tagliata a metà, condita con abbondante olio, origano, peperoncino e fette di pecorino fresco. C'è la fila fuori e, se vi fermate, capite anche il perchè. In un morso solo c'è tutta la Sicilia: dura e croccante fuori, morbida dentro, speziata da fare girare la testa... L'indirizzo è: Panineria Bar Gaetana di Guardo, contrada Agnone Bagni, S.S. 114 Augusta - Siracusa. Domani il Barocco a Noto, sperando che spunti il sole.

venerdì 10 aprile 2009

Pulizie di Pasqua

Sulla mia scrivania c'era di tutto, addirittura dei quadri appoggiati dagli imbianchini che hanno ridipinto le pareti del mio ufficio ieri l'altro. Prima di mollare la base per una settimana, faccio sempre pulizia perchè così penso che quando rientrerò sarà meno triste. Trascorrerò i giorni di Pasqua a Parma con la mia famiglia. Cosa molto insolita per me, abituato a passare il venerdì di passione in coda sull'autostrada del Sole. Quest'anno invece sarò qui. Sabato Ai Due Platani a Coloreto e domenica da Paola all'agriturismo La Madonnina di Torrechiara, due posti che mi fanno sentire a casa, ma dove non devo (dobbiamo) cucinare. Lunedì invece mi attende un aereo per la Sicilia. Un viaggio di lavoro, ma anche una vacanza. E' la seconda volta che scrivo sulla Sicilia. La prima volta il viaggio è stato splendido. Il sole, il mare, le granite, il barocco di Modica, il rosso del Pachino, le tonnare di Marzamemi. Lunedì sarà la volta di Avola, Noto e Pozzallo. Lavoro, ma anche vacanza perchè mi fermerò due giorni in più, perchè con me ci sono moglie e figlia, perchè ci accompagnano Santina, Tony e Anita, amici siciliani che ho conosciuto l'anno scorso durante il mio soggiorno a Modica. Oggi i telefoni non suonano, l'aria profuma già di vacanza....

giovedì 9 aprile 2009

Viaggiare contro mano

Sto scrivendo un articolone sulla mia terra. E' la prima volta che mi capita. Di solito il mio compito è sorprendermi e raccontare. Questa volta ho lavorato al contrario. Raccontare quello che si conosce per molti è semplice, per me è difficilissimo. Un velo di ingenuità e di ignoranza aiuta sempre, perchè riesci a guardare le cose negli occhi con una freschezza che le rende speciali. Ti manca il minestrone solo quando vai a vivere da solo e scopri che non lo sai fare. Ti manca casa tua solo quando vai lontano. E tornarci è stato bello, questa volta.

martedì 7 aprile 2009

Il cibo non è solo per l'anima....

Per tutti quelli che esprimono solidarietà per il terremoto, adesso c'è bisogno di aiuti concreti oltre ai sentimenti. In questo blog si parla sempre di cene costose, di bollicine e altre piacevoli cazzate. Oggi si tratta invece di tirare fuori il portafogli. Spendete 30 euro di meno per le uova di Pasqua e fate un bonifico per chi la Pasqua la festeggerà senza casa, senza vestiti e magari anche senza moglie.
Chi mi conosce sa che sono cinico e poco propenso al sociale, ma questa volta un bonifico l'ho fatto anch'io. 30 euro, non 1.000. Se avete l'home banking, ci vogliono 2 minuti.

c/c IT26A0605015402CC0560010715
intestare a: Banco Alimentare Abruzzo
causale: Sisma Abruzzo

lunedì 6 aprile 2009

Minestrone di mare

Bellissima sorpresa ieri. Per la settima volta, sia io che mia moglie ci siamo dimenticati dell'anniversario. Ancora una volta ce lo hanno ricordato i parenti al telefono. E' una bella complicità, fottersene. Un lusso che puoi trovare solo in persone rare. Ieri sera abbiamo "seminato" la bambina e abbiamo cenato al Mamma Rosa, la stella Michelin di San Polo d'Enza (RE). E senza saperlo abbiamo brindato al nostro matrimonio con un ottimo Trento Doc. A dire il vero, l'ingresso un po' antico e l'atmosfera rétro del Mamma Rosa lasciano un po' a desiderare. Ma quando si guarda nel piatto si cambia idea. Pesce fresco immacolato, rispettato, impreziosito senza mai coprirne il sapore. Deliziosi i crudi accompagnati da qualche vezzo "imparato" dal figlio dello chef, Fabio, che ha fatto esperienza anche da Perbellini. E, vera delizia, il minestrone di verdure con seppie, gamberi, calamari e baccalà. Dolcissimo, vellutato, profuma di Maratea...

venerdì 3 aprile 2009

Prima del servizio....

Le famiglie dei ristoratori mangiano, festeggiano, fanno tutto prima che inizi il servizio. Ieri grande festa al Masticabrodo. Due compleanni in un colpo solo, con le nipotine che scorrazzavano in lungo e in largo come vandali. E alle ore 07.30 sul tavolo c'erano già tre cadaveri: un Ruinart Blanc de Blanc e due bottiglie di Cà del Bosco Anna Maria Clementi. Devo dire delizioso. Ho il naso chiuso, ma le bollicine le sento bene. Perlage finissimo, aromi fruttati eleganti e persistenti. Barricato, ma non troppo. Decisamente il mio spumante. Il palato ringrazia, la testa ancora gira un po'... le bottiglie andavano finite prima che arrivassero i primi clienti. E così è stato, amen.

giovedì 2 aprile 2009

Bello non esserci

Leggere le cose da lontano dà quel tocco di esotico che le rende più interessanti. "Stare a casa", non esserci, è come NON guardare Sanremo e poi leggere i commenti sul giornale il giorno dopo. Elettrizzante. Avere il piacere snob di non sapere chi è Arisa e di vivere bene con se stessi ugualmente. Leggere cose nuove che non si sanno con quel pizzico di ingenuità e di ignoranza che fa stare più attenti. Tutto questo per dire che non andrò al Vinitaly. Un po' per motivi di salute, un po' perchè questa volta proprio non mi va di andare.... Detto tra noi, quando vado a una Fiera, se non sono in buona compagnia, mi annoio a morte perchè non succede niente. Le persone sono sempre quelle, le novità già raccontate. E' la sagra del "carisssssimo" e del "dobbiamo assolutamente organizzare una cena". Tra un clenil e un fluibron sguazzerò tra i pettegolezzi sui blog, guarderò la tv cercando di scovare il marchettone, sentirò i colleghi che mi diranno cosa è successo, chi c'era, chi non c'era e che le fiere, forse, cosi come sono organizzate, non hanno più ragione di esistere... A volte anche l'otite ha il suo perchè.

mercoledì 1 aprile 2009

La classe non è acqua

Ieri sera abbiamo visto Obama scendere con la sua Michelle dall'Air Force One con una classe eccezionale. Il primo incontro in Europa: loro due per mano, bellissimi. Con un sorriso sfavillante e la luce della passione negli occhi. Lontani i ricordi del pistolero cafone o della Cessa dai vestiti improponibili che sembravano quelli di un imbucato che arriva dalla campagna. Ora sembra tutto un sogno. Lei è elegantissima, ma moderata, senza eccessi. Lui l'icona di un paese che vuole cambiare. E nella rivoluzione hanno saputo trovare anche lo spazio per un orto che la bella Michelle ha seminato insieme a 26 bambini di una scuola elementare di Washington. Tra i mille speteguless che ho trovato in rete ho letto che non si tratta del primo orto alla Casa Bianca. Nel '43 Eleanor Roosvelt ne volle uno e lo chiamò "l'orto della vittoria". Nome discutibile, ma già c'era l'attenzione per il "mangiar sano". I Clinton invece ne allestirono uno piccolo piccolo sul tetto della Casa Bianca, precisando di non volerlo fare su uno dei prati per non guastare l'estetica del giardino.... Mai stati molto bravi a nascondere le cose i Clinton....

lunedì 30 marzo 2009

Sordo come una campana

Difficile scrivere di qualsiasi cosa oggi. Quando sono atterrato ieri mi è sembrato di aprire una bottiglia di champagne. Il mio orecchio ha fatto puuuuuuMMMMM.
Raffreddore, sinusite, otite e chi ne ha più ne metta. Vita triste senza odori e sapori. E pensare che c'è gente che vive in questo stato permanente di Anosmia con perdita completa di olfatto e della maggior parte delle sensazioni gustative. Una vita triste e grigia senza profumo di primavera e senza il gusto della pizza appena sfornata. Etciù!!

domenica 29 marzo 2009

Pioggia e cup cake a Chelsea

Quattro giorni di pioggia nella City. Ma Londra è una città dove non ci si ferma se manca il sole. E quando esce è come un miracolo che illumina di nuovo la realtà. E scopri che in ogni angolo c’è un giardino e che in ogni strada c’è almeno una casa con la forma di un tetto che merita una fotografia. Tante cose da fare, ma ho avuto il tempo di girare in lungo e in largo per il West End, Knightsbridge e di fare un salto a Chelsea che è diventata la vera prima donna di Londra con mille negozietti stile Marais parigino, ristoranti alla moda, Caffè. Al 319 di Kings Road c’è Love Bakery, la boutique delle cup cake. Per chi ha provato Magnolia nel Village, a Manhattan, l’associazione è immediata. Qui c’è un po’ meno burro montato sopra ai muffin (gli americani sono i più porci del mondo), ma la libidine è uguale. Non lontano da Love Bakery c’è un Noodles bar, New Culture Revolution che vi farà cambiare idea su Wagamama (vedi post precedente). I noodles sono artigianali, pieni di verdura che scrocchia, pezzi di pollo, funghi, gamberi. Lontani anni luce dall’idea del quick lunch. Il tutto a meno di 10£, al 305 di Kings Road. Saltando di palo in frasca, mi ha deluso molto Whole Food. O meglio, il supermercato è in linea con le aspettative: c’è tutto proprio come in America. Ma i 350 coperti dei suoi ristoranti sembrano più una mensa che un Tempio del Gusto: un Eataly venuto male, per intenderci. Una vera sorpresa è stata invece il ristorante indiano Mela, nel distretto dei Teatri, non lontano da Piccadilly Circus (152 Shaftesbury Ave). Incasinatissimo, rumoroso, ma serve un Tandoory Chicken morbido e gustoso e pani ottimi da gustare con piccantissime salsine. E l'accoglienza e la gentilezza degli indiani sono commoventi: merito del cumino?

martedì 24 marzo 2009

Adoro Wagamama

Ci sono cose che vanno oltre il buono e il cattivo, il gusto e il disgusto. Libidini da godere senza esprimere un giudizio. Quando sei di pessimo umore e hai bisogno di riempire il tuo stomaco con un sapore intenso per smettere di pensare. O quando sei felice, sereno e hai voglia di viziarti con un cocktail micidiale che ti arrivi veloce al cervello come cocaina. Ecco, tutto questo è Wagamama. Il noodle bar più cool, più cheap e più allegro di Londra. Wagamama è una catena, uno si trova a pochi passi dalla metro di Covent Garden, in Tavistock street. I noodles sono buoni in tutti i modi. Personalmente preferisco quelli che non "sguazzano" nella brodaglia. Da Wagamama sono eccezionali i teppan, vale a dire i noodles alla griglia. Mille sapori per una bomba da aspirante bulimico. Tanto per avere un'idea... nella versione "yaki soba" gli ingredienti sono: teppan-fried soba noodles with egg, chicken, shrimps, onions, green and red peppers, beansprouts and spring onions, garnished with mixed sesame seeds, fried shallots and pickled ginger. Un vizio da 6.80£!

W il frico a Maniago (Pordenone)

E' già martedì. Le settimane sembrano giorni: finiscono, ricominciano ed è già ora di rifare la valigia. Ho passato il week-end a Cimolais, un paesino in Friuli, non lontano da Longarone. Poche anime, tranquillità, bar/alimentari/trattorie che ti fanno scegliere tra minestra di verdura e gnocchetti sardi all'amatriciana (!!!!!).
Grande riscoperta: il frico. Una libidine di formaggio Montasio fuso con pezzi di patate e cipollle. Dentro si squaglia, fuori fa la crosticina... Da provare all'Osteria Vecchia Maniago, a Maniago. E dopo il formaggio... o siete appassionati di coltelli (nel paesino l'attrazione è una coltelleria)... oppure scappate perchè non c'è niente, ma proprio niente da fare. E per raggiungere la civiltà, un'ora di curve e si arriva a Cortina. Prossima valigia: Londra. Partenza domani mattina da Linate con il volo delle 07.35.

venerdì 20 marzo 2009

Schizzando tra Abruzzo, Friuli e Londra

Sto schizzando da una parte all'altra come un missile. Mi ritengo molto fortunato. A volte mi lamento perchè sono stanco, ma non mi annoio. Sono appena tornato dall'Abruzzo, domani sarò in Friuli e mercoledì a Londra. Negli ultimi tempi i ritmi sono talmente intensi che spesso mi rendo conto di avere vissuto le cose solo quando leggo quello che ho scritto. Come ieri, quando ho aperto l'home page di ViaMichelin con la mia intervista a Massimo Bottura . E ieri è uscito anche Panorama Travel con il percorso enogastromico tra Trieste e il Carso e l'intervista a Il Don giovanni, ristorante stellato di Ferrara. Ora sono a Parma, in centro. Fuori dalla finestra c'è il sole, ma è ancora un sole finto che non scalda. Mi sa che domani, a Cimolais (!!!), ci vorrà la mutanda di lana....

domenica 15 marzo 2009

Cercando Davide il casaro

Purtroppo l'Abruzzo è una terra dove spesso si passa, e si tira dritto puntando verso la Puglia. Il consiglio è quello di prendersela comoda e farsi tutta la statale 16 Adriatica da Ortona a Vasto (50 chilometri), fermandosi a assaggiare le mille delizie di questa costa colorata dalla macchia mediterrania, dagli ulivi, dagli aranci. Un mix di spiagge, calette, paesini minuscoli che guardano alla montagna (vicinissima!) e al mare. La gente è vera e cordiale, si ha ancora il piacere della scoperta, di cercare Davide il casaro fermandosi agli incroci a chiedere, perchè....di indicazioni... nemmeno l'ombra. Ho provato quattro ristoranti, il mio preferito senza dubbio è a Ortona: Al Vecchio Teatro. Crudi e cotti senza fronzoli che sanno di buono e di mare.

venerdì 13 marzo 2009

Tra bocconotti, mustaccioli e tanto pesce

Bel giro tra i sapori abruzzesi. Delizioso il pesce, semplice semplice. Gustosi e ricchi i dolci: intrisi di tradizione, olio e vino. Stupenda e tranquilla la cittadina di San Vito Chietino che sorge come un panettone sull'Adriatico con vista sulla costa frastagliata. E' il paese delle ginestre, delle acque limpide e dei trabocchi. Dal belvedere di San Vito se ne riescono a vedere almeno tre.... I trabocchi (le fuori-dal-tempo palafitte dei pescatori) sono una quindicina: solo uno è pubblico, gli altri sono privati e stanno vivendo un periodo di rinascita, anche grazie a Slow Food che li ha rilanciati con la manifestazione "Cala Lenta". Le sere d'estate questo tratto di costa si illumina: antipasti marinati, frittura di paranza e brodetto sospesi tra terra e mare...

Il mare dal finestrino

Il mare è sulla mia sinistra, lo vedo dal finestrino. Chissà perché sulla spiaggia camminano solo le persone anziane. Se io avessi il mare, passeggerei. Prima o poi lascerò a casa il computer e mi godrò un viaggio DAVVERO, senza essere in cento posti contemporaneamente. Il mio vicino si sta masturbando su un gioco di ruolo da quando è salito, senza rivolgere parola alla sua ragazza. Io ho tre libri, e il mare a meno di venti metri, ma il mio destino sembra essere outlook exchange. E’ bello essere in contatto con tutti: il senso di libertà è totale. Basta non perdere il contatto con se stessi e con quello che si vede dal finestrino… Abruzzo arrivo, e spengo il pc.