giovedì 28 maggio 2009

Swiss Chard nightmare

L'incubo "swiss chard" sta per iniziare. Ogni volta il copione è lo stesso, ma si recita a soggetto, si improvvisa, cambiano gli attori della commedia. Questa volta sono dieci e sono francesi; è il viaggio più difficile che spesso si trasforma in Italia contro Francia, vino dei colli contro champagne, spaghetti e mandolino contro la grandeur culinaria d'oltralpe. I pilastri sono sempre quelli. L'aria che arriva dal mare apposta per stagionare i prosciutti. I tortelli che sono fatti al momento, non con gli spinaci, ma con le erbette ( swiss chard) perchè il Ducato è più elegante delle altre rozze città emiliane, ha un naso più fine. Le arie di Verdi cantate a memoria dalla massaie incollate a Tv parma quando c'è l'opera al Regio. La storia di Maria Luigia romanzata in una figura lasciva (un po' di hard fa sempre colpo), ma amatissima perchè ha aperto i suoi giardini alla città. Per fortuna le persone interessanti non mancano mai e ti lasciano un frammento di umanità. Spesso ti viene voglia di incontrarle in un altro luogo, contesto, pianeta. Su dieci, normalmente uno, quello che poi ti dice che odia i viaggi stampa e che normalmente non li fa. E' il press trip, l'incubo di ogni ufficio stampa. Una maratona che dura 2/3 giorni e che ti lascia stremato e che ti toglie anche un po' della tua identità culturale, piano-piano, subdolamente. In questo arco di tempo (che si dilata come quando aspetti l'aero che è in ritardo) mangi, vivi, pensi, parli, assisti, accompagni queste persone senza mai mollarle nemmeno per un secondo. Indichi, reciti, saluti, ringrazi, esalti, giustifichi, sorridi, compri pile per le macchine fotografiche, ti metti in posa per le fotografie, traduci, ti sforzi di essere più italiano che puoi.... Prossimo spettacolo: ore 13,30 piazza Garibaldi. Va in scena Voyage a Parme, la terra del Prosciutto di Parma.

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