mercoledì 22 ottobre 2008

Slow Fast Food

Domani è il grande giorno del Gusto: tutta l'Italia del Food si sposta a Torino per rendere omaggio a Carlin. Mi viene in mente una cosa che mi ha detto un amico in Trentino: ma se un prodotto si estingue... una ragione... ci sarà! Perchè ostacolare la natura? In un paese che vive di contraddizioni, che ha inserito il Parmigiano-Reggiano nel fast food più grande del mondo... ha ancora senso parlare di slow food? Oppure è meglio farsi gli affari propri e ordinare le alette di pollo fritte di McDonald's (che tra l'altro sono buonissime)? Sempre in Trentino ho incontrato un fanatico delle mele, Gabriele dell'Azienda Agricola Calliari di Malosco. Quando parla delle sue 50 varietà antiche gli si illuminano gli occhi. Le ha studiate talmente tanto che il Conte Vladimir gli ha chiesto di ripopolare il Meleto di Tolstoj (giuro che è vero!). Non so se questo è slow food, ma è questo che mi piace e che continuo a cercare nei miei viaggi....

2 commenti:

  1. Non posso che essere d'accordo con te. Anche nell'agroalimentare c'è selezione. Non sempre i prodotti che scompaiono sono i migliori: perché doverli proteggere a tutti i costi?

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  2. Uccidiamo i prodotti tipici, trasfromiamoli in finger food!!! La mia era una provocazione e so che lo è anche la tua. Non si può proteggere tutto perchè significa non proteggere nulla. W la mezza misura che non c'è più.

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