Sono stato nel Carso triestino per un articolo su Panorama Travel. Ho raccontato molte storie, non quella della Trattoria Valeria a Villa Opicina. Non avevo spazio per parlare di tutti i ristoranti, così ho dovuto scegliere e ho cassato proprio questa che mi è sembrata la meno tipica, la meno tradizionale. O meglio, forse è la più tipica, la più tradizionale. Ed era uno spettacolo finchè il restauro non l'ha resa un po' anonima, ne ha quasi coperto la storia. La trattoria Valeria è come una soubrette che si è messa tanto di quel trucco che non si riesce più a vedere sotto. La prima osteria fu aperta da Antonio nel 1904. Passò poi nelle mani della nuora Valeria, da cui prese il nome. La sua cucina semplice, carsolina, da sempre è apprezzata. La trasformazione da osteria a ristorante arrivò col figlio Edi e la moglie Milica e... forse è da qui che le rughe sono cominciate a scomparire e si è persa la forte identità del locale. In ogni caso vale la pena fermarsi per le patate in tecia (lessate e rosolate nella cipolla) e per i kipfel di patate (l'impasto degli gnocchi infornato e poi fritto, morbido dentro, croccante fuori. Una delizia!). I più coraggiosi ordineranno la ljublyanska, il cordon bleu alla slava che richiede circa 30 ore per essere digerito...
giovedì 15 gennaio 2009
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