martedì 17 febbraio 2009

To eat or not to eat?

Scrivere di Food è spesso etichettato come giornalismo "minore", il destino di chi non è capace di fare altro. E i food bloggers sono la razza peggiore. Quelli che non solo dedicano la propria vita al cacio&pepe, ma addirittura non sono nemmeno "veri" giornalisti e pretendono pure di parlare. Mi ha fatto piacere oggi leggere Bonilli che sul Papero Giallo si interroga sul senso dei blog, in particolare dei food blog. C'è un ricco sottobosco da scoprire, molti adoratori di caciotte e salami hanno storie interessanti da raccontare. E le sanno esprimere in modo intelligente, con una passione ed un piglio pazzeschi. Basta leggere le pagine del Papero per capire cosa è un blog. Che si parli di cibo, di arte, di storia, alla fine poco importa. Il senso di appartenenza, il comune sentire sulla carta stampata non c'è più. Il piacere del dubitare, della meraviglia si è spento, vinto dal copia&incolla delle agenzie. Se avere la tessera dell'ordine vuol dire rinunciare ad esprimersi, ad avere un proprio stile, a prendere posizione... bruciamo i giornali e leggiamo solo i blog.

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