giovedì 26 febbraio 2009

La mia libertà è la mia vita

Hammamet è un enorme resort con una bella spiaggia a forma di mezzaluna. La Medina è bella tanto da sembrare finta e la vista dal Forte è incredibile. Tetti bianchi, mare cobalto, panni stesi. Tutto al posto giusto, comprese le barche sulla spiaggia pronte per la fotografia. L'equazione è semplice. Se sei italiano devi fare un giro sulla spiaggia, metterti in posa seduto sul cannone del Forte, comprare il cammello in peluche e visitare la tomba di Bettino che si trova nel cimitero cattolico e porta l'iscrizione "La mia libertà equivale alla mia vita". Davanti alla lapide c'è un'enorme bandiera italiana e un libro che raccoglie i pensieri su Bettino. La prima pagina è di Kamel e esprime la gratitudine per tutto quello che ha fatto per lui. Pare che Bettino gli abbia regalato l'intervento alla gamba malata. E lui lo racconta a tutti quelli che entrano, dispensando aneddoti su personaggi famosi e sulla famiglia del presidente del Consiglio italiano che ha reso questa città migliore. Dopo la visita a Hammamet siamo andati a Nabeul, una cittadina piccola dove le uniche attrazioni sono le ceramiche e l'harissa, una salsina a base di peperoni e aglio che è presente su tutte le tavole della Tunisia. La migliore la prepara Rafik Tlatli, chef del ristorante Slovenia. Nel suo CV figura anche una partecipazione alla Prova del Cuoco. La Tunisia non ha fatto una bella figura, ha perso contro la Grecia. Ma è stata colpa della lingua. La Clerici non l'ha aiutato a parlare. E' poco gentile, poco educata... altrimenti avrebbe vinto lui.

mercoledì 25 febbraio 2009

Brik e thalassoterapia a Hammamet

Sto per andare a dormire con l’ennesima Brik sullo stomaco. Squisita, ma temo mi farà compagnia fino al risveglio. Mi trovo all’Hotel Hasdrubal, a quanto pare il centro di talassoterapia più chic di Yasmin Hammamet. Lo sfarzo tocca punte di kitch da fare invidia a Dubai. Appena sono arrivato mi hanno fatto ammirare la suite più grande del mondo: un’apoteosi di sete, tappeti sgargianti, rubinetti in oro, colori mischiati come in una tavolozza isterica. Bella la piscina del centro dove ho sguazzato per un’oretta tra cascate, idromassaggi e compagnia bella. Giornata faticosa. Tre cantine in un giorno: Sélian, Saint Augustin, Atlas. E poi tappa a Nabeul, il paese della terracotta dove ho acquistato cocci che non riuscirò mai a portare a casa sani.

martedì 24 febbraio 2009

Tè coi pinoli nella Saint Tropez Tunisina

Sidi Bou Said qui lo chiamano Villaggio di Charme. E' la Saint Tropez Tunisina, con le sue belle costruzioni bianche e le sue inferriate dipinte di blu. Cespugli d'ibisco, bounganville nascondono i cortili interni con scorci mozzafiato sull'azzurro della Costa di Cartagine. E' la terra di poeti e sognatori, fuggiti qui sotto al faro che di notte illumina le alture del Cap Bon. Fulcro della vita sociale è place Sidi Bou Said dalla quale di diramano i bianchi, stretti (accecanti, quando c'è il sole) vicoli lastricati. E' qui che si è trasferito 20 anni fa l'artista siciliano Saro Lo Turco che ha aperto una galleria e da poco anche un Caffé a due passi dalla piazza principale. L'ho incontrato ieri e mi è sembrato di leggere nei suoi occhi un po' di nostalgia per l'Italia ("dove i problemi li mettiamo sempre in piazza"), ma anche un incondizionato amore per quella che è diventata la sua Africa ("gli stupri li abbiamo anche qui, ma ne parliamo meno e forse è meglio perchè la gente così è più tranquilla"). Nel Villaggio c'è un affollato Caffé letterario che si chiama Caffé des Nattes (delle stuoie). Ci si toglie le scarpe, ci si sdraia sulle stuoie coloratissime e si sorseggia tè ai pinoli fumando l'arghilé, sperando che smetta di piovere.... p.s. Non sapevo che Claudia Cardinale avesse origini tunisine; quando torna a casa dorme qui in una magnifica suite dell'hotel de charme Dar Said a picco sul chiaroscuro del mare.

Couscous e brik al Dar El Jeld

Mille tappe oggi. Dal mercato centrale di Tunisi a Cartagine, passando per Sidi Bou Said. Sono distrutto quindi parlerò di una cosa sola, quella che mi rimarrà in testa al mio ritorno: la cuoca (una delle poche donne chef in Tunisia) del Ristorante Dar El Jeld. Siamo stati in cucina è mi ha insegnato a preparare la brik, la salade méchouia e il Couscous à l'agneau. La cucina tunisina è pesante ma è squisita. Innanzitutto non si può parlare di Couscous in generale, ce ne sono mille. Ogni regione ha uno stile diverso: c'è quello tradizionale all'agneau, quello borzgane, au poisson, au calamar farci, au kadid, aux légumes. Ma la vera scoperta è stata la brik. Un foglio di pasta sottilissima che contiene un ripieno di carne secca , pepe e zafferano. Alla fine si mette un uovo crudo. E il risultato è un panzerottino friabile, dalla pasta invisibile che gronda uovo...mhmhmhm.

lunedì 23 febbraio 2009

Fredda speziata Tunisi

Tutto mi aspettavo tranne che vedere Tunisi con la sciarpa al collo e con il ticchettio della pioggia come colonna sonora. Mi sono sentito come gli inglesi che cercano la pizza e il mandolino in Brianza. Non sono riuscito a vedere nulla se non l'hotel che è uno spettacolo. The Residence è di proprietà di una famiglia ricca di Singapore, e si vede. Il lusso è urlato in ogni minimo dettaglio. All'interno ci sono tre ristoranti; noi abbiamo cenato in quello tunisino: El Dar. Il mio alito è un concentrato di aglio grazie alla Harissa, una salsina piccantissima che ho spalmato su una piadina che sapeva di fuoco e di buono. Dopo una scorpacciata di antipasti speziati e bisunti ci siamo tuffati sull'agnello alla gargoulette, cucinato in vasi di terracotta. Morbido, delizioso, servito su un letto di riso impreziosito con mandorle e pistacchi. Colpo di grazia il baklawa (se ho capito bene!), un semolino zuccherato con mandorle, nocciole e miele. Una bomba calorica che ti manda a letto col sorriso. Domani partenza alle ore 08,30, direzione Medina.

venerdì 20 febbraio 2009

Le Valda di Marzolara

35 è un numero importante. Non troppi, non pochi. E' l'età in cui si dovrebbe scegliere. Quali rami tagliare, e dove concimare (sia nel senso nobile di crescita che in quello volgare di DEFECARE). Oggi Skype e Facebook servono per ricordare a tutti che è il mio compleanno. Si è fatta viva Barbara, ex compagna delle superiori che probabilmente mi ricorda ancora con qualche capello in testa e l'adesivo The Cure sullo zaino dell'Invicta blu. Lei mi ha inviato una torta con le candeline su facebook. I miei colleghi mi hanno regalato una cialda Illy; sono sempre il primo che le ordina, e il primo che le finisce. Mia figlia mi ha offerto il suo cocco Privolat che ha rubato alla mamma, grande segno d'amore. E questa sera a Roma, quando arrivo, spero di trovare un'amatriciana con un bel guanciale croccante che mi ricorda quando sono partito, quando sono tornato per poi ripartire ancora. Non si mangia solo per placare il brontolio dello stomaco. Questa mattina mi vengono in mente le valda di Marzolara, la pizza bianca del forno di Velletri, le cococola di gelatina di fronte alla scuola media, il latte in polvere di mia figlia che diventa tiepido nello scaldabiberon.

giovedì 19 febbraio 2009

Il barocco a Rho

Sono sul treno Milano-Parma delle ore 17. Sono stato alla Bit: tanti saluti, molti viaggi in programma, e bei ricordi. L'accoglienza più calorosa come sempre al Sud, questa volta nello stand di Lecce. Gentilezza imbarazzante. Nell'inserto di Panorama è uscito un mio articolo sull'enogastronomia del Salento e, nel giro di qualche giorno, ho preso la cittadinanza onoraria con tanto di pranzo con presidente, assessore, commissari e compagnia bella. Ci ha fatto da mangiare Gigi Perrone, le stesse cose che ho mangiato nel suo Atenze in una delle piazze più belle della città barocca. Sagne 'ncannulate con la ricotta forte, ciceri e tria, pasticciotti caldi profumati e croccanti. Per un'ora la fiera di Rho si è trasformata in una fantastica piazzetta del Sud.

mercoledì 18 febbraio 2009

Il baffo di Pietro

Non dovrei parlare male della Barilla, perchè ci ha dato da mangiare (mia moglie lavorava a Pedrignano) però il baffo di Pietro nella nuova pubblicità in Tv non si può tollerare. Chiudiamo un occhio sulla grandeur parmigiana e sulla velata metafora dal-campo-di-grano-al-ponte-di-Brooklin, ma quella del baffo è una questione che va affrontata. Perchè è così nero e così finto? Corriamo pure felici nei campi di grano, accarezziamo le spighe tenendoci per mano, riempiamo Manhattan di camion blu, ma il baffo mettiamocelo vero. Almeno.

martedì 17 febbraio 2009

To eat or not to eat?

Scrivere di Food è spesso etichettato come giornalismo "minore", il destino di chi non è capace di fare altro. E i food bloggers sono la razza peggiore. Quelli che non solo dedicano la propria vita al cacio&pepe, ma addirittura non sono nemmeno "veri" giornalisti e pretendono pure di parlare. Mi ha fatto piacere oggi leggere Bonilli che sul Papero Giallo si interroga sul senso dei blog, in particolare dei food blog. C'è un ricco sottobosco da scoprire, molti adoratori di caciotte e salami hanno storie interessanti da raccontare. E le sanno esprimere in modo intelligente, con una passione ed un piglio pazzeschi. Basta leggere le pagine del Papero per capire cosa è un blog. Che si parli di cibo, di arte, di storia, alla fine poco importa. Il senso di appartenenza, il comune sentire sulla carta stampata non c'è più. Il piacere del dubitare, della meraviglia si è spento, vinto dal copia&incolla delle agenzie. Se avere la tessera dell'ordine vuol dire rinunciare ad esprimersi, ad avere un proprio stile, a prendere posizione... bruciamo i giornali e leggiamo solo i blog.

lunedì 16 febbraio 2009

Bottura...non Bottura

Alcuni dei cavalli di battaglia di Massimo Bottura li avevo già provati in giro, ma mai nel suo tempio di Via Stella a Modena. Quello che mi ha più sorpreso non è tanto la tenerezza del suo bollito non bollito o la genialità del suo croccante, quanto l'energia che sprigiona questo vulcano dall'accento emiliano. Intanto che risponde alle mie domande, Bottura ordina la San Pellegrino per Modena Antiquaria, parla a Jean Todt al cellulare (lo chiama Monsieur), consiglia via mail le pentole da acquistare a Alajmo, apre i suoi video proiettati a Identità Golose, mi fa leggere gli articoli di Licia Granello che ha appeso al muro. Forse Bottura è "ricostruito" come le sue pietanze. E non sembra nemmeno stanco... dice che è tutto merito della passione e di qualche caffè. Beato lui!

sabato 14 febbraio 2009

100 pagine su Panorama!

In edicola con il settimanale Panorama c'è l'inserto "Viaggiare 2009". Si chiama Scoprire l'Italia dei Sapori e si tratta di una raccolta dei miei ultimi viaggi in Italia. Leggerli tutti di fila (Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sicilia, Sardegna) mi fa venire in mente le facce delle persone che ho incontrato, le storie che mi hanno raccontato, i treni, gli aerei che ho preso, i saluti prima di partire e gli abbracci quando sono tornato. Sono 100 pagine di ricordi, impacchettati per una settimana in edicola. Ho viaggiato tanto e alla fine la redazione ha scelto la pasticceria Cocconi di Parma per la copertina: si trova a trenta metri dal mio ufficio! ;-)

giovedì 12 febbraio 2009

I segreti della carne

Questa mattina ho intervistato il prof. Davide Cassi, fisico della facoltà di Parma per rispondere a un quesito di Focus sulla cottura della carne. Quello della temperatura è un mondo affascinante che non finisce mai di stupire. Ogni volta che imparo una cosa mi accorgo che è già ora di voltare pagina. Odio la scienza in cucina, ma ci sono piccoli grandi accorgimenti che possono far diventare le nostre pietanze più tenere e gustose. Mai superare i 70 gradi? Ai fisici l'ardua sentenza... Di Davide Cassi (che è di Parma come me) avevo sentito parlare a Bellagio dallo chef Ettore Bocchia ai fornelli del ristorante Mistral, quello di Villa Serbelloni. Bocchia e Cassi hanno scritto un libro insieme: si chiama "Il gelato estemporaneo e altre invenzioni gastronomiche" e spiega le reazioni chimiche che avvengono in cucina. Tutti dicono che odiano questo tipo di cose, fatto sta che a Identità Golose la sala era gremita quando Adrià presentava le sue pozioni all'azoto...

mercoledì 11 febbraio 2009

Il dilemma del Papero

Oggi Bonilli si interroga sulla mission del suo blog. Bonilli ha riempito il suo facebook con commenti sulla vicenda Englaro ma sul suo blog, fino ad oggi, non ha scritto una riga. Stefano Bonilli sta dalla parte del padre, come me. Ha fatto male a tacere. Su vicende di questo tipo gli opinion leader devono avere il coraggio di esprimersi. Che si occupino di cibo, arte, pubblicità, storia poco importa. Bello che si interroghi sul futuro del suo blog (che in assoluto è il mio food blog preferito), ma le palle si tirano fuori prima, non dopo....

martedì 10 febbraio 2009

L'ABC del golosone

La rivincita del contorno, il Re dei Prosciutti, l'opulenza dell'agnello, verdure cotte is better, identikit dell'amante della pizza, dai fossi alla tavola, un bulbo che scoppia di salute, pennuti buoni e magri, piatto pronto mi ci ficco, dolci calici buon affare, e il panino fai-da-te salvò il pranzo, sorsi di filosofia cinese, folgorato al frigo bar, dolce con pelle da brividi. Il vocabolario dello scrivano del food fa morire dal ridere. Forse perchè il cibo è ricco di emozioni che fanno presto a cadere nel kitch, forse perchè il lettore lo vogliono (vogliamo) fare sbavare come il cane pavloviano, non lo so. Comunque fate un giro sui blog e sfogliate qualche pagina food dei periodici e vi renderete conto che non se ne può più. Sarebbe bello fare un libro sugli strilli del giornalista goloso ;-)

lunedì 9 febbraio 2009

Le Valli della fuga?

Sono tornato dalla Val d'Orcia, dalla Val di Chiana, dalla Toscana bella, insomma. Ho incontrato bergamaschi che proiettano film su lenzuoli appesi al casale, svizzeri che hanno mollato Zurigo per idolatrare il caprino, odontotecnici fuggiti dalla capitale per amor delle olive o chissà. Sembra che qui ci sia una sorta di calamita per gli animi irrequieti. Arrivi stressato che ti fai di caffeina e ansiolitico e poi incontri il cipresso solitario e il tuo animo si placa come sotto la piramide dell'energia. E invece del rumore del clacson ti fai cullare dalla melodia degli aironi mentre fai birdwatching. Girando tra i casali, sembra di essere in un reality in cui tutti sono capitati per caso e nessuno è di qui. La prossima volta che fanno il casting magari partecipo anch'io. Con la paura di scoprire dove sono le telecamere o che l'incanto sia interrotto dalla pubblicità.

giovedì 5 febbraio 2009

Un Nobile da 20 bicchieri

Ho due sacche. Una da disfare, quella della palestra. E una da preparare, quella per la Toscana. Mi sembra di non fare altro che contare quante paia di calze mi servono. La valigia è diventata la punteggiatura che separa i miei due lavori, i luoghi, i saluti quando arrivo e quando torno. Questa volta il viaggio sarà piacevole perchè ho un accompagnatore amico, re del territorio che mi ha aiutato a fissare le tappe del percorso. Tra le altre cose, vedrò la cantina di Poliziano. Tre bicchieri nel 2009; impressionante sapere che negli anni ne ha ammucchiati ben venti. E farò anche un salto alle Terme Sensoriali, nel parco termale dell'Acqua Santa. Una creazione firmata Paolo Bodega difficile da comprendere visitando il sito. Sembra un mix tra naturopatia, bioediliza, ayurveda: etere, aria, fuoco, terra che mi regaleranno nuove energie a tessuti, organi e mente ;-)

mercoledì 4 febbraio 2009

Oggi dieta, scusate

Nessuna voglia di parlare di cibo oggi. Dieta. Mi va di andare fuori tema perchè la storia di Eluana Englaro mi ha chiuso lo stomaco. Questi giorni sono intensi, ho mille pensieri che frullano per la testa. E ci si è messo anche Revolutionary Road (il nuovo film con Di Caprio) a scuotermi il sistema nervoso. Pare che nella vita o sei una nullità oppure sei un talento che non riesce ad esprimersi. Gira che ti rigira, l'unica certezza che abbiamo è quella di riuscire a morire. Ecco, Eluana, dal 18 gennaio 1992, vuole che si stacchi la spina. Non può dirlo, ma lo desidera più di qualsiasi altra cosa. Lo ha detto al padre quando era in vita e quel poveretto ha cercato in tutti i modi di rispettare la sua volontà. Ora si trova in un ospedale che si chiama LA QUIETE e ancora la gente non si dà pace, vuole dire la sua, organizza sit-in di preghiera, sollecita leggi, vuole trasformare la sua vita in un principio. E i giornalisti tutti là davanti a raccontare la storia di Beppe, gli ultimi dettagli su alimentazione e idratazione. E' come spiare dalla serratura una vita che si spegne. Io sono ateo, anzi agnostico. Ma ho conosciuto all'Università persone di Chiesa stupende che mi hanno insegnato Nietzsche senza pregiudizio e con forte intensità... dove sono queste persone? Perchè non fanno tacere la gente? Perchè la natura umana non è rispettata nè a destra, nè a sinistra, nè in Chiesa? Scusate se sono patetico oggi, ma viene da dentro e non mi va di nascondermi dietro all'ironia. Ogni tanto bisogna lasciare andare tutto quello che c'è, senza vergogna.

lunedì 2 febbraio 2009

(Merluzzo) nero alla Corte di Marchi

Tra un video sulla neve di Bottura, una riflessione sullo zafferano di Oldani e una mela frozen e grattugiata di Adrià, nella Corte del Marchi c'erano diversi stand. Uno ha colpito la mia attenzione, quelllo dell'Alaska Black Cod, o meglio Carbonaro d'Alaska (questo pesce non appartiene alla famiglia dei merluzzi, anche se si chiama cod!). E' un pesce che vive nel freddo mare d'Alaska a grandi profondità, ha una consistenza e un sapore eccezionale, di oceano. Marcello Leoni, stella della Locanda il Sole di Trebbo di Reno (BO), lo ha caramellato e lo ha servito come finger food con carciofi stufati e scaglie di polenta al tè affumicato. Delizioso! Andrò presto a trovare Leoni e la moglie Valentina che cura una rivista di settore sul pesce, Euro Fish Market.

domenica 1 febbraio 2009

La grande parata delle Stelle (all inclusive)

Non mi sono mai piaciuti nè l'ultimo dell'anno, nè le aperture delle Olimpiadi, nè il grande falò del Carnevale. Tutte quelle cose che in Emilia si commentano con "Eh, vacca!" mi lasciano sempre qualche perplessità, un retrogusto di kitch. Sto andando a Milano alla parata delle Stelle: oggi a Identità Golose ci sono tutti i grandi nomi della cucina contemporanea: Cracco, Bottura, Adrià e compagnia bella. Sono contento di sentire quello che hanno da dire, è un'occasione in una "botta" sola prenderli tutti. Ma è come andare a Parigi, a New York, a Tokio e a Roma nello stessa settimana senza avere tempo di pensare. Se ti regalano un giro del mondo che dura 7 giorni mica dici di No, ma forse ti rimane il dubbio di non avere visto le cose vere, ma solo le ombre delle forme proiettate sulla parete della caverna. Per farmi capire. Ho conosciuto Scabin qualche mese fa e so quale segreto sta sotto l'ultima foglia della sua insalata. Me lo ha detto lui nella sua cucina, dopo il lavoro e almeno tre Lucky Strike. L'insalata non mi entusiasma comunque, ma almeno so il perchè... Ieri ho dedicato tutto il mio tempo alla vita private e ho letto pochissimo sull'inaugurazione della kermesse. Mi ha colpito il commento di Stefano Bonilli e l'ho scritto anche sul suo blog: "Il meccanismo di queste kermesse è quello del vedere e farsi vedere, è un'occasione di incontri, è una vetrina, anche se costosa, per gli appassionati, è una palestra per gli sponsor". In due righe che sembrano un giudizio analitico kantiano compaiono la parola "costosa" e poi l'espressione "palestra per gli sponsor". Identità spocchiose? Identità marchettose? Identità noiose? Identità sanremose? Fatto sta che sono felice di andarci, curioso e eccitato come quando prendi un charter per una settimana all inclusive di felicità.