venerdì 7 novembre 2008

Alfredo ha perso la sua storia....

Ieri sera ho vissuto tre esperienze in un colpo solo. Prima, vedere il MET Opera al Lincoln Center. Deludente: un tentativo mal riuscito di fare sembrare antica una struttura degli anni '60. Con un tocco di volgarità (la moquette rossa e le lampade appese al muro sono kitch da morire) e con quel finto rétro che fa sentire gli italiani così europei, così "radicati". Mi immaginavo uno struttura nuova, ma contemporanea, senza loggioni, leziose scalinate e tutto il resto. E anche il ristorante Gran Tier Restaurant [www.rapatina.com/grandTierMetOpera ] è cafone nel senso più autentico della parola. Si apre sul teatro e la gente ti guarda pensando quanto hai speso per mangiare là.... e - la classe non è acqua- il dessert lo servono nela sala ristorante tra il primo e il secondo atto, aspettando che schiatti Violetta. Divertente leggere i testi sullo schermo: "libiamo" e "croce e delizia" assumono contorni indefiniti che fanno sorridere. Viene spontaneo chiedersi come mai non si possa scegliere la lingua originale dell'opera... Al Gran Tier Restaurant hanno organizzato una cena speciale per celebrare l'Emilia-Romagna, terra di Giuseppe Verdi. Insieme a Prosciutto di Parma e Parmigiano-Reggiano c'era l'aceto balsamico, non tradizionale, ma di buona qualità. Niente da dire sul menu, semplice, gustoso: è piaciuto tanto agli americani che amano stare leggeri prima dell'opera: prosciutto e fichi, pere e parmigiano, risotto "Violetta" in bianco con i funghi. Dopo l'esibizione, il p.r. del Met ci ha portato dietro le quinte e abbiamo incontrato Alfredo (l'unico italiano, ovvero l'unico che sono riuscito realmente a seguire), suo padre e Violetta. E' stato emozionante vedere il backstage di un teatro che ospita 4.000 persone. E incredibile vedere queste 4.000 persone prendere il taxi che arriva in meno di due minuti. Ho consigliato ai colleghi americani di fare un salto al Teatro Regio per capire perchè il MET mi ha deluso. Chi è abituato alla polvere di 200 anni non respira bene in un teatro senza acari...

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